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Google AI Mode: la nuova era della ricerca e il futuro dell’advertising

Aggiornamento: 27 ago

Negli ultimi mesi Google ha lanciato in Search Labs un esperimento destinato a cambiare per sempre il nostro rapporto con il motore di ricerca: AI Mode. Non si tratta di un aggiornamento marginale, ma di una trasformazione profonda che porta Google Search da semplice fornitore di link a assistente attivo e multimodale.


Che cos’è AI Mode

AI Mode è una nuova modalità di ricerca basata su intelligenza artificiale generativa, integrata direttamente in Google Search. Non è un’app separata, ma una scheda dedicata che si attiva dentro il motore di ricerca.

Nei paesi in cui è attivo compare così, come un bottone all'interno della search bar.

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AI Mode è l’esperienza di ricerca basata su intelligenza artificiale più potente di Google.Puoi chiedere qualsiasi cosa e ricevere una risposta generata dall’AI, con la possibilità di approfondire attraverso domande successive e link utili al web. AI Mode amplia le capacità degli AI Overviews con un ragionamento più avanzato e nuove modalità di interazione. Divide la tua domanda in sottotemi e cerca per ognuno contemporaneamente. In questo modo AI Mode può esplorare il web per trovare contenuti ancora più pertinenti alla tua richiesta.

AI Mode si basa sulla profonda conoscenza che Google Search ha delle informazioni presenti sul web, il che significa che le risposte sono supportate da contenuti web di alta qualità per migliorare l’accuratezza. In alcuni casi, AI Mode fornirà un insieme di link se non ha sufficiente fiducia nella qualità o nell’utilità della risposta generata dall’AI.


Ma che cosa rende AI Mode così unica nel suo genere?


A differenza dei tradizionali risultati in elenco, AI Mode:

  • comprende query complesse formulate in testo, voce o immagini;

  • genera risposte strutturate e personalizzate;

  • può agire al posto dell’utente, ad esempio prenotando un ristorante o fissando un appuntamento;

  • permette di condividere le conversazioni con altri, che possono riprenderle da dove sono state lasciate.


Ma come funziona esattamente AI mode?


  1. Attivazione: si entra in Search Labs (app Google o web) e si abilita l’esperimento AI Mode. (Attenzione potrebbe non essere disponibile per il tuo account! essendo search labs un programma per sperimentare servizi google in cosiddetto "early stage")

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  1. Input:

    L’utente formula la richiesta — può scrivere, parlare o inquadrare qualcosa con la fotocamera.

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  2. Comprensione AI:

    Il modello Gemini 2.5 analizza la query, la scompone in sotto-domande e cerca risorse pertinenti. Il metodo con cui Google scompone la domanda viene detto "fan-out approach" ed è una tecnica usata da Google in AI Mode (e più in generale nei sistemi di ricerca e AI agentica) per scomporre una domanda complessa in più sotto-domande e processarle in parallelo. Facciamo un esempio perchè questo punto è molto importante per capire come poter influenzare la visibilità del nostro brand un domani. Si parte dall'Input utente: l’utente pone una query complessa, ad esempio:“Quali sono i migliori ristoranti vegani a Milano aperti dopo le 22 e con recensioni positive?” Si procede quindi con la Scomposizione (fan-out) l’AI divide la query in più sottosearch, ad esempio:

    "ristoranti vegani a Milano"

    "orari di apertura dopo le 22"

    "recensioni e valutazioni utenti"

E si attivano delle vere e proprie Ricerche parallele: ogni sottodomanda

viene inviata in parallelo al motore di ricerca/web index.

L'AI poi procede con l'Aggregazione (fan-in): l’AI raccoglie i risultati dei vari

flussi, li combina e li sintetizza in un’unica risposta coerente e generativa.

Questo processo di fan in e out è importante perchè:

  • Garantisce Velocità: elaborare più sottodomini in contemporanea riduce i tempi rispetto a una ricerca sequenziale.

  • Abilita una maggiore Pertinenza: il sistema riesce a coprire più angolazioni della stessa domanda.

  • Garantisce più Qualità: l’AI può confrontare e filtrare meglio le fonti, aumentando la probabilità di fornire un output accurato.



  1. Risposta generativa: AI Mode restituisce un riepilogo chiaro con link alle fonti, immagini, mappe o schede informative.

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E qui è lecito che vi poniate una domanda.. Ma che differenza c'è con le AI overviews? Le differenze ci sono e sono sostanziali:


  • AI Overviews → E' utile se cerchi informazioni rapide e vuoi una panoramica iniziale, senza entrare in un flusso conversazionale.

    • Perfetto per ricerche veloci o di “primo orientamento”.

  • AI Mode → se hai bisogno di ricerche complesse, interazioni multimodali o azioni concrete.

    • Perfetto per organizzare, prenotare, confrontare scenari, chiedere chiarimenti passo-passo.


4.Azione:

Nei paesi supportati, l’IA può completare l’attività (es. prenotare un tavolo tramite OpenTable, chiamare un’attività, fissare un evento in calendario).

Nell'esempio sotto chiediamo di trovare dei biglietti a buon prezzo per una partita:

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5.Interazione continua:

l’utente può fare follow-up ("prenotami questo" “spostalo alle 21”, “mostrami opzioni vegane”) e l’IA aggiorna la conversazione.


Compreso il funzionamento di AI mode, a questo punto sorge una domanda spontanea. Come si posiziona AI mode nello scenario competitivo della ricerca? E che impatti avrà soprattutto se devo lavorare sulla visibilità del mio business in questa nuova era di ricerca conversazionale?


Procediamo per step, partendo dallo scenario competitivo.


AI mode versus i competitor


Al momento in cui scriviamo l'articolo possiamo dire che i competitor che più si avvicinano sono:


  • Microsoft Copilot (ex Bing Chat)

    • È il più vicino a AI Mode perché:

      • È integrato in un motore di ricerca (Bing → Edge).

      • Usa modelli GPT di OpenAI per rispondere in modo conversazionale.

      • Può sintetizzare contenuti, esplorare il web e generare risposte interattive.

      • Sta iniziando a integrarsi anche con funzioni “agentiche” (es. prenotazioni, e-commerce).

Per logica d’uso (ricerca + AI generativa + azione) a nostro avviso Copilot è oggi il competitor più simile. Altri competitor vicini sono sicuramente


  • OpenAI ChatGPT + Search

    • Più forte come assistente universale, meno integrato nativamente nel search.

  • Perplexity AI

    • Un motore di ricerca AI-first che combina risposte conversazionali + link alle fonti, molto simile per UX ad AI Mode.

  • Anthropic Claude (con tool use)

    • Non è un motore di ricerca, ma con API e tool-use si avvicina all’idea di “AI agente”.

  • Meta AI (LLaMA + integrazione in Instagram/WhatsApp)

    • Più forte nel social e nella messaggistica, ma con esperienza conversazionale multimodale.


Le differenze chiave e i punti di forza a nostro avviso è che AI Mode nativo dentro Search ha la potenza di miliardi di utenti che si porta con se, è forte su fan-out search e integrazione con web index.

Microsoft Copilot, seppur forte sull’ecosistema Microsoft (Office, Windows, Edge), è decisamente meno usato nel search puro. Perplexity, pur essendo innovativo e “snello”, non gode della scala di Google.



Piattaforma

Punti di forza ✅

Punti deboli ❌

Quando usarla

Google AI Mode

- Nativo in Google Search (2+ mld utenti)- Multimodale (testo, voce, immagini)- Fan-out search → risposte più pertinenti- Azioni agentiche (prenotazioni, chiamate, booking)- Integrazione con ecosistema Google (Android, Pixel, Nest)

- Disponibilità parziale (solo inglese in Italia)- Ancora in fase “Labs”- Possibili errori in AI Overviews- Forte impatto negativo sui publisher (meno traffico)

Quando cerchi risultati complessi + azione concreta (es. prenotare, pianificare, combinare info diverse).

Microsoft Copilot (Bing + Edge)

- Integrato in Office 365, Windows e Edge- Usa GPT-4 Turbo (ottimo su linguaggio)- Buona generazione di testi e riepiloghi- Plugin e connettori enterprise

- Bing ha bassa quota di mercato search- Meno potente in multimodalità- UX meno fluida di Google- Agenti ancora limitati

Ottimo in contesto produttività aziendale, riepiloghi documenti, ricerche integrate in Microsoft 365.

Perplexity AI

- AI-first search engine- Risposte concise + fonti sempre citate- Interfaccia pulita- Molto apprezzato per ricerca accademica/tech

- Non ha la scala di Google- Limitazioni nelle azioni (niente booking)- Database più ristretto

Perfetto per chi vuole ricerche rapide e documentate, con trasparenza nelle fonti.

OpenAI ChatGPT (con browsing)

- Modelli GPT-4 e GPT-o1 (fortissimi sul testo)- Buona multimodalità (immagini, codice)- Grande ecosistema plugin e API- Sora per video generativo

- Browsing meno integrato rispetto a Google Search- Meno ottimizzato su “info locali” e aggiornate- Richiede abbonamento Plus per browsing

Quando serve scrittura, coding, creatività e ricerche con contesto ampio, più che navigazione classica.

Anthropic Claude

- Eccellente in sicurezza ed etica- Grande contesto di input (lunghi documenti)- Molto utile per analisi testuali e legali

- Non integrato in un motore di ricerca- Limitazioni forti nelle azioni- Meno diffuso lato consumer

Ideale per document analysis, testi complessi e scenari in cui serve alta affidabilità etica.


AI Mode di Google e l’impatto sui publisher: rischio o opportunità?


L’arrivo di AI Mode in Google Search segna una svolta epocale: da semplice motore di ricerca, Google diventa un assistente conversazionale e multimodale capace non solo di riassumere, ma anche di agire al posto dell’utente.Se per gli utenti questo significa risposte più rapide e pertinenti, per i publisher online le conseguenze possono essere profonde. Il rischio più evidente è sicuramente il calo del traffico organico.

Con AI Mode le risposte vengono generate direttamente nella pagina di ricerca.Risultato: l’utente spesso trova ciò che cerca senza cliccare sui link dei siti. Questo fenomeno, già noto con gli AI Overviews, potrebbe amplificarsi, riducendo significativamente il traffico verso i publisher.

Il secondo rischio è la minor visibilità per i brand: Se i contenuti vengono citati ma non sempre accompagnati da link ben visibili, i siti rischiano di perdere occasioni di brand awareness e di consolidamento della propria autorevolezza.

Il terzo rischio, molto concreto è l'Erosione dei ricavi pubblicitari

Meno traffico significa meno visualizzazioni di banner, meno conversioni e quindi una diminuzione dei ricavi da advertising. In altre parole: più tempo passato dall’utente su Google, meno tempo passato sulle pagine dei publisher.

Ultimo, ma non per importanza, una maggiore Dipendenza da Google. I publisher diventano sempre più vincolati alle scelte di Mountain View: visibilità, link, formati e priorità dipendono dall’ecosistema Google e non solo dalla qualità editoriale.


Non tutto però è negativo. Se ben gestito, AI Mode potrebbe aprire anche a nuove possibilità:

  • Traffico più qualificato: chi clicca su un link all’interno delle risposte AI lo farà perché realmente interessato. Pochi clic, ma più rilevanti.

  • Nuovi formati pubblicitari: è plausibile che Google introduca annunci sponsorizzati dentro le risposte AI (se ne sta già parlando) I publisher che sapranno integrarsi in questi circuiti potrebbero trovare nuove fonti di monetizzazione.

  • Collaborazioni dirette: come già avvenuto con Google News Showcase, non è da escludere che in futuro vengano introdotti accordi di revenue sharing specifici per contenuti alimentati dall’AI.


AI Mode di Google come un brand può rimanere rilevante?


L’introduzione di AI Mode in Google Search segna un passaggio epocale. Non si tratta di un semplice aggiornamento della ricerca, ma di un vero e proprio cambio di paradigma: da strumento che mostrava link e suggerimenti, Google diventa un assistente conversazionale e multimodale capace di rispondere, ragionare e perfino agire al posto dell’utente.

Per i brand, questa rivoluzione apre scenari affascinanti ma anche rischiosi. Se da un lato gli utenti avranno un’esperienza di ricerca più fluida e veloce, dall’altro le aziende dovranno ripensare radicalmente le proprie strategie di visibilità e marketing digitale.


I rischi principali per i brand

Il primo effetto evidente è la perdita di controllo sulla visibilità. Con AI Mode, non sono più le SERP classiche a mostrare dieci link blu, ma un’unica risposta generativa che include, eventualmente, alcuni riferimenti al web. Questo significa che il marchio non può più contare sul posizionamento SEO tradizionale come unica leva di visibilità.

Un secondo rischio è la disintermediazione. L’utente non cerca più “Ristorante Giapponese Da Mario”, ma chiede all’AI: “Trova un ristorante giapponese vicino a me e prenota per due persone alle 21.” In questo flusso, è l’IA a decidere quale brand proporre, e non l’utente a sceglierlo in autonomia.

A ciò si aggiunge la competizione più agguerrita: se prima la sfida era entrare in prima pagina su Google, ora i brand competono per uno spazio ristretto dentro una sola risposta generata dall’AI. Infine, c’è la questione pubblicitaria: se gli utenti restano più a lungo nella risposta AI, gli annunci tradizionali potrebbero avere meno impression e meno clic.


La domanda che si faranno sempre più i brand e le aziende domani è

Come restare rilevanti con AI Mode?


Nonostante i rischi, esistono diverse strategie che possono aiutare i brand a mantenere rilevanza anche nel nuovo ecosistema AI.

  1. Ottimizzazione per AI Search (AIO)Il futuro della SEO si chiama AIO, AI Optimization. Non basta più inserire keyword: servono contenuti chiari, strutturati e soprattutto utili all’utente. L’obiettivo è rispondere a domande complesse e fornire informazioni che l’IA possa facilmente interpretare.

  2. Autorevolezza e trust Google privilegia contenuti affidabili. I brand devono quindi lavorare su recensioni, citazioni autorevoli, partnership di qualità e principi E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness).

  3. Dati strutturati e feed aggiornatiSchema markup, cataloghi prodotto ottimizzati, informazioni sempre aggiornate: tutto questo aumenta le probabilità che l’IA scelga il brand come fonte valida.

  4. Presenza nelle piattaforme partner Oggi AI Mode integra servizi come OpenTable, Resy o Tock per le prenotazioni. Un brand che non è presente su questi canali rischia di non comparire affatto nelle risposte.

  5. Contenuti conversazionali L’esperienza è dialogica: servono FAQ, guide pratiche, articoli in forma di domanda-risposta. Più i contenuti assomigliano al linguaggio naturale dell’utente, più hanno probabilità di essere utilizzati.

  6. Nuovi formati pubblicitari È molto probabile che Google introduca annunci sponsorizzati direttamente dentro AI Mode. Prepararsi a sfruttarli per tempo potrà fare la differenza.


    Non ci rimane dunque che attendere il rilascio in Italia di AI mode per testarlo!


 
 
 

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