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La mossa geniale di Perplexity tra SEO, AI e growth hacking

Nel mondo del digital marketing siamo abituati a pensare alla SEO come a un insieme di regole più o meno note: keyword research, backlink, ottimizzazione on-page, esperienza utente. Ma cosa succede se un attore completamente nuovo decide di riscrivere le regole del gioco?

È quello che sta facendo Perplexity AI, che da qualche mese sta applicando una strategia capace di cambiare radicalmente l’equilibrio tra motori di ricerca, siti editoriali e utenti. Una mossa che potremmo definire la più audace del 2025 in ambito SEO.


La strategia SEO AI di Perplexity

perplexity

Vediamola nel dettaglio, perché dietro c’è un mix di SEO, AI e growth hacking piuttosto interessante.


1. Creazione automatica di pagine per ogni trend

Ogni volta che emerge una notizia rilevante – che sia un lancio di prodotto, un evento sportivo o un fatto di cronaca – Perplexity genera automaticamente una pagina web pubblica. Ad Esempio: quando X ha annunciato di inserire ads nelle risposte di Grok AI, in poche ore esisteva già una pagina Perplexity che ne riassumeva i punti salienti.



2. Presenza nei risultati di Google

Queste pagine non rimangono confinate dentro il motore di ricerca AI, ma vengono indicizzate da Google e iniziano a scalare le SERP. Risultato: chi cerca informazioni su quell’argomento trova (oltre agli articoli di giornali e blog) anche un link a Perplexity. E questo ha una serie di impatti rilevanti per Perplexity stessa: in primis l'aumento della visibilità e brand awareness. Finora, infatti, Perplexity era conosciuto soprattutto da chi si interessa di AI e tech, un pubblico un può più geek diciamo. Ora, comparendo nelle SERP di Google su trending topic, intercetta un pubblico molto più ampio, anche non “tech-savvy”.

Ogni nuova loro pagina è di fatto un canale di acquisizione utenti: non serve pubblicità, è Google stesso che spinge traffico gratuito.

In secondo luogo questa mossa, genera un effetto “Wikipedia 2.0”. Così come Wikipedia è onnipresente nelle ricerche e viene percepita come fonte autorevole, Perplexity potrebbe diventare il nuovo “entry point” per notizie e aggiornamenti agli occhi degli utenti.



3. Conversione del click in interazione

Una volta dentro, l’utente non trova un articolo classico ma un riassunto intelligente e, soprattutto, la possibilità di fare domande dirette. Esempio: cercando “risultati Golden Globe 2025”, potresti atterrare su una pagina Perplexity che ti mostra subito la lista dei vincitori e ti invita a chiedere “Chi ha vinto più premi?”, “Dove posso rivedere la cerimonia?” o “Quali film erano candidati?”.

Questa mossa rappresenta di fatto un nuovo funnel di acquisizione utenti: non è infatti più l’utente che deve decidere consapevolmente di provare Perplexity.

È Google che lo porta dentro. E Una volta atterrato, l’utente trova un riassunto + la possibilità di fare domande → ecco che inizia a interagire con il chatbot.

In pratica: da ricerche informative → a conversazioni → a utenti fidelizzati.



Perché è un game changer per la SEO

Questa strategia si distingue dalle tattiche SEO tradizionali. Mentre aziende e media si concentrano ancora su keyword mirate e link building, Perplexity gioca su un livello superiore:

  • Programmatic SEO potenziato dall’AI → produzione automatica, veloce e scalabile di contenuti.

  • Intercettazione del traffico informativo → non serve più attendere che un articolo si posizioni, ogni trend diventa immediatamente una “porta d’ingresso” per la piattaforma.

  • Esperienza più interattiva → invece di leggere passivamente, l’utente diventa parte della conversazione.


In pratica, Perplexity sta facendo a Google quello che Google ha fatto ai siti di news: ridurre il ruolo di “ponte informativo” e centralizzare la fruizione dei contenuti.


Vantaggi e svantaggi della strategia


Per gli utenti

✅ Accesso immediato a riassunti chiari e sintetici

✅ Possibilità di approfondire con domande personalizzate

❌ Rischio di ricevere informazioni senza fonti complete o prive di contesto

Per i siti editoriali

✅ Opportunità di traffico indiretto se Perplexity cita le fonti (ma avviene di rado)

❌ Riduzione ulteriore dei click organici, già compromessi da Google News, snippet e Answer Box

❌ Maggiore dipendenza da piattaforme terze per la distribuzione dei contenuti


Esempi simili nella storia del web

Quella di Perplexity non è la prima “invenzione” che cambia le regole della SEO:

  • Wikipedia ha rivoluzionato la ricerca informativa diventando onnipresente nei risultati di Google.

  • Pinterest ha fatto programmatic SEO su larga scala con le sue board tematiche, intercettando milioni di keyword long-tail.

  • Tripadvisor ha costruito pagine generate in massa su hotel e ristoranti, dominando le ricerche locali.

La differenza è che Perplexity unisce questa logica a un motore conversazionale: non solo informazione statica, ma possibilità di dialogare.


E adesso? La grande incognita: Google

La vera domanda è: quanto durerà questa finestra di opportunità?

Se Google deciderà che le pagine di Perplexity sono un rischio competitivo o non apportano abbastanza valore, potrebbe penalizzarle nei risultati. D’altra parte, se le lascia crescere, rischia di vedere parte del proprio traffico “dirottato” verso un nuovo competitor.

Una cosa è certa: stiamo assistendo all’inizio di una nuova era della ricerca, che va oltre il SEO tradizionale. Il futuro non sarà più (solo) fatto di keyword e ranking, ma di ricerca conversazionale.


 
 
 

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